Viaggio in Libia: Curiosità cinematografiche

Il leone del deserto, realizzato nel 1981 per la regia di Moustapha Akkad, è un film storico, con la partecipazione di Anthony Quinn nel ruolo del condottiero senussita libico Omar al-Mukhtar, che si batté contro l’esercito di Mussolini precedentemente alla Seconda guerra mondiale.

Trama

È l’anno 1929 e l’allora Primo ministro italiano, il dittatore fascista Benito Mussolini (Rod Steiger) deve confrontarsi con la ventennale guerra intrapresa dai patrioti arabi e berberi di Libia che si battono contro il colonialismo italiano e le sue rivendicazioni di una “quarta sponda”, a simboleggiare un rinato Impero Romano sul suolo d’Africa. L’Italia aveva occupato il Paese nel 1912, che fino allora faceva parte dell’Impero Ottomano. Mussolini nomina il generale Rodolfo Graziani (Oliver Reed) come suo sesto Governatore di Libia, sicuro che un militare di tale credito saprà schiacciare la rivolta e ristabilire le passate glorie della Roma imperiale.
Ad ispirare e guidare la resistenza agli oppressori è un uomo solo: Omar al-Mukhtar (Anthony Quinn). Insegnante di professione, partigiano per dovere, Omar al-Mukhtar si è votato ad una lotta che non potrà vedere vinta nel corso della propria vita. Un arrogante imperialista contro un idealista con un’ideologia, lo scontro è fra due nemici implacabili.
Anche se Omar al-Mukhtar ed i suoi uomini si avvalevano di armi obsolete, il generale Graziani ammise e testimoniò della loro grande abilità nel muovere guerra. Graziani controllava il Nord Africa con la forza dell’esercito italiano, e carri armati e aeroplani furono impiegati per la prima volta nel deserto. Una dotazione primitiva non poteva reggere il confronto con delle armi moderne, e malgrado il loro coraggio i libici soffrirono pesanti perdite. Nonostante tutto ciò, essi impegnarono per venti anni gli italiani impedendo loro di conseguire una vittoria completa.
In una delle scene Omar al-Mukhtar mostra il suo vero e più intimo lato umano rifiutandosi di uccidere un giovane ufficiale disarmato, ma fornendogli anzi una bandiera italiana per il ritorno. Omar al-Mukhtar dice che nell’Islam non si uccidono i soldati prigionieri, ma si lotta solo per la propria patria e solo se mossi dalla necessità; altrimenti si deve odiare la guerra.

Curiosità

  • Il ritratto di Omar al-Mukhtar compare sul retro della banconota libica da 10 dinari.
  • Il film Il leone del deserto fu parzialmente finanziato con 35 milioni di dollari da Muammar Gheddafi, il quale chiese l’inclusione di una scena storicamente inesatta che mettesse in cattiva luce i Senussi, in modo da separare la figura di al-Mukhtar, suo riferimento ideale, da quella di re Idris, capo dei Senussi e cacciato dalla rivolta di Gheddafi.
  • Il film è stato ripetutamente trasmesso dalla televisione libica, per diffondere la visione storica di Gheddafi il quale è rappresentato da bambino presente all’impiccagione di al-Mukhtar. Purtroppo le inesattezze che riguardano gli italiani sono poco rilevanti.
  • Lo storico inglese Denis Mack Smith ha scritto sulla rivista Cinema nuovo: “Mai prima di questo film, gli orrori ma anche la nobiltà della guerriglia sono stati espressi in modo così memorabile, in scene di battaglia così impressionanti; mai l’ingiustizia del colonialismo è stata denunciata con tanto vigore….Chi giudica questo film col criterio dell’attendibilità storica non può non ammirare l’ampiezza della ricerca che ha sovrinteso alla ricostruzione”. (Eric Salerno, Genocidio in Libia, Roma, 2005, p. 15).

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.