Cronache dalla Tunisia – Febbraio 2005
eccomi qui a scrivere del mio viaggio in Tunisia, un luogo dove sono stato gia’ una volta e da cui torno con altri bellissimi ricordi e immagini da aggiungere alle precedenti, nonche’ una voglia immensa di tornarci, che non fa’ che bene!!!!L’arrivo in terra d’africa si assapora da subito al porto di “La Goulette”, distante da Tunisi solo 8km. Il cielo un po’ coperto, le montagne che si innalzano dietro la costa e la penisola di cap Bon che sembra voler toccare la prua della nave ti avvolgono come per tenderti una mano di saluto.
Scesi dalla nave dopo le ventitre’ ore di traversata non mancano di accoglierti l’aria che trasuda un odore che diverra’ una costante della permanenza in Tunisia e che ti fa’ passare immediatamente dall’atmosfera europea a quella di un mondo che anche se cosi’ vicino e ospitale sembra essere lontano da quello a cui siamo abituati.
Bisogna lasciarsi trascinare da quasta sensazione piacevolissima per godere a pieno dei piaceri che questa terra puo’ regalare solo a compromesso di sapersi adattare ai luoghi e alle persone..
Inizia la trafila alla dogana, con i documenti da riempire e i diversi controlli da superare, i personaggi che ti avvicinano per darti una mano e che poi chiedono solo qualche moneta per il disturbo.
All’uscita dalla zona doganale che avviene peraltro in tempi brevi dato il perido di scarso afflusso turistico ti ritrovi circondato dalla gente del luogo, seduta ai bordi della strada con le loro cose in mostra, i chioschi che mettono in vendita bibite e i tipici negozi di fruit sec che imparerete a riconoscere perche’ aperti sino ad ora tarda.
Questo viaggio doveva portarci principalmente a visitare il sud della Tunisia , per arrivare ai luoghi raggiungibili in sicurezza con la mia moto che a pieno carico supera abbondantemente i 300Kg. Nonostante la voglia di raggiungere velocemente il sud non perdiamo l’occasione di effettuare il trasferimento attraverso dei luoghi significativi per i paesaggi offerti. Attraverso le montagne raggiungiamo Le kef attraversando piste pietrose ma abbastanza veloci, a parte due o tre passaggi che mi hanno costretto a mettere a dura prova la frizione della mia GS ( la puzza di frizione cotta che emanava la moto dopo una salita me la ricordero’ a lungo ) .
Nei primi due giorni in direzione sud ci accompagna il freddo e nelle vicinanze di Le kef non manca la neve, la notte passata a Sbeitla, famosa per le sue rovine romane sara’ una delle piu’ fredde di tutto il viaggio, certo che se avessimo chiesto una stufa elettrica non credo ce l’avrebbero negata.
Nel programma di viaggio era prevista la pista da Gafsa a Moulares, che sulla carta doveva costeggiare il Djebel Bou Ramli offrendo paesaggi interessanti, tuttavia data la difficolta’ iniziale della pista e il ritardo accumulato il giorno precedente, decidiamo di raggiungere le oasi di montagna attraversando la zona delle miniere di Metaloui, un paesaggio lunare altamente modificato dall’opera dell’uomo che comunque ci appaga pienamente della deviazione.
In questa luogo c’e’ la possibilita’ di prendere un trenino che vi portera’ ad attraversare la zona in una maniera un po’ insolita, noi non ne abbiamo usufruito inquanto non era in servizio in questo periodo.
Trascorsa la notte a Tezour costeggiamo il Chott el Gharsa passando da Ong Jemel, celebre per essere stato uno dei set degli episodi di Star Wars, utilizzando una pista bellissima coperta di residuati salini e devastata dalla tole ondulee . In certi tratti ero sicuro che la moto mi si smontasse da sotto la sella, ma come per miracolo quando mi fermavo sembrava mi chiedesse di ripartire.
Raggiunto il Chott el Djerid che non riusciamo ad attraversare su pista a causa delle piogge dei giorni precedenti che hanno reso la pista impraticabile, decidiamo di prendere la stada militare segnata anche sulla carta Michelin che costeggia il confine con l’Algeria partendo da Hazua.
Ad Hazua non dimenticate di pranzare nell’ottimo ristorante accanto alla caserma proprio difronte all’imbocco della strada militare.
Viaggiando a bassa velocita’ per circa 150 Km in direzione Redjeem Maatoung ci si presenta un paesaggio molto accattivante, con il piatto a 360 gradi del Chott el Djerid sulla sinistra e le dune del deserto algerino sulla destra, in questi luoghi e’ facile vedere dei dromedari in liberta’, infatti bisogna stare molto attenti alla guida.
A circa meta’ strada veniamo colpiti da uno sciame di cavallette davvero enormi, me ne ritrovo diverse spiaccicate tra i cilindri.
A Redjeem Maatoung potrete fare benzina acquistando del carburante dagli abitanti dell’oasi a prezzi non esagerati come vi capitera’ in altri posti come ad esempio a Ksar Ghilane.
A questa latitudine la temperatura sembra essere piu’ accettabile e per ora la pioggia non ci ha colpiti , il freddo della notte ci costringe comunque a ricercare degli alberghi con un minimo di riscaldamento, ma per questo non abbiamo nessun tipo di problema, mediamente con 25 dinari ( circa 18 euro ) troviamo sistemazione in una camera riscaldata con prima colazione compresa, niente male, basta adattarsi un pochino.
Passiamo la notte a Douz, una bellissima oasi con un grande mercato in fermento, ottima base per escursioni giornaliere in diverse zone della regione chiamata Nefazoua.
La notte scorre veloce nell’attesa di imboccare la famosa Pipeline, ovvero la pista che costeggia l’oleodotto e che attraversa tutto l’Erg arrivando nel profondo sud e che ci avrebbe dovuto condurre direttamente alla famosa oasi di Ksar Ghilane.
Percorsi circa 80Km di pista la sabbia comincia ad essere troppa e dato che mancano ancora 40Km e le ore passano decidiamo di tornare indietro anche se molto a malincuore.
In effetti non abbiamo con noi l’attrezzatura per passare la notte facendo campo e quindi non potendo correre il rischio di perdere molto tempo magari per avanzare solo di qualche Kilometro dobbiamo optare per un’altra strada.
Usciti dalla Pipeline, passiamo per Matmata, dove visitiamo le bellissime case troglodite, ma la sera che trascorreremo a Medenine verremo travolti dall’amaro in bocca per non aver potuto raggiungere il deserto di Ksar Ghilane. Studiamo le mappe a lungo finche’ non decidiamo di riprovare il giorno successivo passando dalla pista montana che parte da Benj Khedache, un centro importante perche’ da qui partono diverse piste montane sia per il sud che per il deserto in direzione Bir Soltane.
Sono circa 70Km di pista che si presenta per i primi 40Km in ottime condizioni, ma negli ultimi ci fa faticare un po’a causa della tole e della sabbia pesante, ma la voglia di arrivare a Ghilane non ci fa perdere la fiducia.
Uscendo fuori pista si riescono ad evitare velocemente i pezzi piu’ brutti e poi dopo diversi chilometri di sabbia mi sembra di aver trovato un giusto feeling con la mia moto ed infatti alle 14 circa siamo nell’oasi di Ghilane.
Dormiamo in una delle tende ( carissime ) messe a disposizione dai numerosi campeggi, la notte fara’ freddo, ma la vista delle stelle al buio nel deserto ripaga di tutte le fatiche fatte e della notte che doremo trascorrere al freddo sotto 6 coperte.
Un consiglio se andate a Ghilane e non avete l’attrezzatura da campeggio dotatevi almeno di una torcia a batterie, l’oasi non e’ dotata di corrente ed intorno alle 10 i campeggi spengono i generatori lasciandovi al buio, almeno questo avviene nel periodo in cui sono andato io magari in estate quando il turismo e’ maggiore la situazione potrebbe cambiare.
Rientriamo per la stessa pista, ora mi sento molto piu’ sicuro sulla sabbia e forse per il fatto che fa freddo e la sabbia e’ un po’ piu’ dura al ritorno impieghiamo molto meno tempo a percorrere il tracciato. Da Benj Khedache via montagne raggiungiamo Tataouine, il paese che da’ il nome al pianeta di guerre stellari, non dimenticando di passare dalla bellissima Chenini.
Nel giorno successivo visitiamo la zona degli ksar arrivando a Ksar Ouled Soltane attraversando zone di deserto montano di una bellezza inimmaginabile; farei il giro tra questi luoghi all’infinito, ma i giorni a disposizione sono pochi e ci mancano ancora parecchie cose da vedere.
Il ritorno prevede il passaggio per l’isola di Djerba, che raggiungiamo passando dalla strada romana che collega l’isola alla terra ferma e la traversata del Chott el Fedaj passando da Matmata Nouvelle e El Hamma.
Presa la P16 da El Hamma in direzione Kebili, complice il tempo incerto e il vento fortissimo che in questa zona non e’ bloccato da nessun ostacolo evitiamo la pista che attraversa il Chott e utilizziamo la strada asfaltata segnata sulla mappa Michelin che comunque mi portera’ via quasi due ore per 50Km a causa del vento ( avevo paura di volar via con tutta la mukka ).
Con estremo dispiacere lasciamo la regione e tornati a Tunisi via Kairouan e poi Hammamet troviamo la prima pioggia che ci accompagnera’ per due giorni.
Troviamo Tunisi allagata a causa oltre che della forte pioggia anche del cartone steso in terra usato dai mercanti ambulanti che colti di sorpresa hanno tappato tutte fognature.
Consiglio le seguenti letture prima di partire e da portare con se durante il viaggio :
Un libro ricco di spunti per tour fuori dalle vie convenzionali scritto con gusto e con passione : Tunisia, il Paese delle Sabbie bianche – Vol 1 Polaris – M.T. Grassi, RoboGabr’Aoun.
Per quanto riguarda le piste del sud , un libro ricco di punti GPS e scritto da una persona la cui passione per i viaggi e in particolare questi luoghi emerge pagina dopo pagina :
Tunisia: nel paese dalle sabbie bianche tra chott, ksour e piste del sud – vol. 2° Polaris – Robo Grabr’Aoun
Anche se le piste che abbiamo percorso sono segnate molto bene, per evitare perdite di tempo e la paura di non sapere bene dove si stia andando consiglio vivamente di portare con se un GPS.
Un accorgimento di cui non ero a conoscenza e che fortunatamente ho scoperto in tempo e’ che in Tunisia non e’ consentito importare dispositivi GPS se non si e’ in transito per altri paesi, quindi alla dogana bisognerebbe dichiararlo … vedete voi cosa fare.
Per la cartografia, consiglio una mappa Michelin e se riuscite a procurarvele delle cartine militari Russe delle zone che andrete a toccare ( sono in scala 1:500K e abbastanza costose ) io le ho comprate qui : http://www.vel.it/ Torno da questo viaggio carico di ricordi e di belle emozioni, ringrazio tutte le persone che mi hanno dato consigli sulle strade e sulle piste e un ringraziamento particolare alla mia compagna di viaggio che ha resistito alla Tole delle piste Tunisine bene come la mia GS.