Inizio i lavori all’interno della cellula preparando il fondo per l’incollaggio della coibentazione.
Vernicio tutto con fondo PPG ponendo particolare attenzione alle intercapedini più nascoste. Fare questo lavoro è stato come entrare in una camera a gas, tre minuti di verniciatura e dieci di respirazione all’aria aperta.
Lucia lavora alle ultime siliconature mentre io preparo i telai di rinforzo del letto.
Il profilato centrale serve da rinfozo al telaio posteriore e anche da futuro appoggio interno ad uno dei due serbatoi dell’acqua potabile.
Ma nel frattempo ci prepariamo un’ottima insalata greca per recuperare le forze … si il nostro tavolo da cucina è un banco sega.
Il telaio del letto è quasi pronto, manca un montante anteriore che monterò più avanti quando inizieremo i lavori sui mobili.
La coibentazione dell’interno verrà fatta utilizzando del polistirene, marca POLYFOAM. Interessante notare come questo comune materiale utilizzato per la coibentazione dei sottotetti abbia caratteristiche – sulla carta – migliori del più blasonato e costosto STYROFOAM.
Il lavoro verrà fatto nel seguente modo: un primo strato di POLYFOAM da 3 cm utilizzato per pannellare tutti i riquadri tra i longheroni del telaio interno. Successivamente verrà messo un’altro strato di POLYFOAM da 3 cm per chiudere tutto l’interno ed evitare qualsiasi ponte termico con l’esterno. La pannellatura in legno fissata su delle liste di legno fungerà da finitura esterna.
Il lavoro è lunghissimo, bisogna tagliare i pezzi con quanta più precisione possibile per evitare inutili spifferi.
Lucia è molto più brava e paziente di me in questo lavoro. Notate in questa foto le prese di massa sparse in giro per il telaio e che vengono condotte in una scatola che successivamente sarà accessibile dall’esterno.
Taglia qua e taglia la e la nostra officinetta si è completamente riempita di ritagli, scarti e pezzi di polistirolo che non ci consentono più spostamenti agevoli
Completiamo il primo strato di coibentazione dopo molto lavoro.
Per incollare le grandi superfici ho utilizzato anche della Colla Americana della SARATOGA acquistata in barattoli da 4,5 kg. Ho visto che la resa è decente e la tenuta molto buona.
Siamo quasi pronti per incollare le prime scatole di derivazione dell’impianto elettrico. La cosa più difficile in questa fase è non scordarsi nulla, cosa che naturalmente non avrò fatto!
Le scatole hanno un’altezza di 4 cm, nei punti dove utilizzerò il secondo strato di coibentazione da 3 cm pratico una svasatura per avere successivamente la scatola a livello dello strato finale.
Dopo aver attaccato le scatole (preventivamente forate nei punti dove dovranno entrare i tubi di gomma) inizio a sigillare tutti gli spifferi ldel primo strato di coibentazione con colla e silicone.
Questa sopra è una delle due scatole interne dove arrivano i cavi dei pannelli solari.
Ed ora partiamo con il secondo strato, questo dovrà essere privo di ogni fessura e quindi effettueremo ogni taglio con estrema attenzione.
Scatole superiori a filo del secondo strato (tetto 3+4 cm – pareti 3+3 cm). A queste due scatole arrivano le alimentazioni delle lampade, della radio e della ventola a 24V (quella originale montata su Kamillo Ambulanza).
Sotto una scatola a soffitto ho fatto uscire il cavo dell’antenna della radio.
Il lavoro prosegue sulla parete anteriore dove lascio lo spazio per del compensato che fungerà da supporto per la porta del bagno e per il legno che nasconderà le viti del soffietto necessario per il passaggio cellula cabina.
Ed ecco l’angolo anteriore quasi ultimato.
Infine l’ultimo strato posizionato sul tetto (3+4 cm).
Ed eccomi finalmente a posizionare l’ultimo pannello di coibentazione sulla parete posteriore del nostro Kamillo.
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